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 I funerali di Aronclau

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MessaggioTitolo: I funerali di Aronclau   I funerali di Aronclau EmptyGio Giu 20, 2013 1:25 pm

[Dal GdR in "Salone delle Feste" intitolato [GdR] Le esequie di Augusto Arnod Sforza "Aronclau"]

Daygar_ii ha scritto:
[OFF: Questo GdR narra fatti avvenuti il 6 marzo 1461, proseguendo da qui.]

Era passato un giorno da quando era rientrato in Roccascalegna con la zia e la salma al seguito, quella mattina, si svegliò di malumore.

Dopo essersi lavato, rivestito e rifocillato, Nicolò era pronto a compiere il proprio dovere di Cappellano Nobiliare, per cui andò coi propri parenti nella Cappella di San Michele Arcangelo, s'accertò che i figli stettero buoni con la mamma e la prozia, quindi prese un respiro guardandosi attorno nella Cappella di S. Michele.
Aveva fatto portare la cassa, l'aveva fatta chiudere e aveva depositato ai piedi un cesto di vimini.
Tutto era ormai pronto per quell'esequie familiari.

Nicolò si portò dietro all'altare della Cappella, quindi cominciò:

"Risponderemo con queste parole: Signore non deviare il Tuo sguardo del nostro amico".

Attese che tutti ripetessero quindi disse:

"Dopo tutti i nostri sguardi che hanno incrociato il suo, che Augusto possa infine vedere il Tuo, Signore."

Aspettò che i partecipanti ripetessero con lui "Signore non deviare il Tuo sguardo del nostro amico".

"Dopo l'amicizia che ha ricevuto e che ha guidato la sua vita, -
riprese il Cappellano - accordagli l'amicizia ultima che e la Tua, Signore. "

Di nuovo la frase di tutti e fedeli.

"Dopo le pene e le lacrime che hanno offuscato la sua vita, illumina la sua strada per l'eternità".

Ripetendo la frase insieme agli altri, pensò a quante pena aveva passato il Conte suo zio.
Fece un respiro profondo quindi concluse la prima parte del rito allargando le braccia:

"Signore, rivolgiamo a Te le nostre speranze nel momento in cui scompare il corpo dell'amico che ci è caro. Accordaci la speranza di rivederlo presso Te per i secoli dei secoli.

Amen".


Attese che tutti pronunciassero il proprio "amen" quindi guardò la bara, già posta al centro della Cappella, tutto già approntato affinché si potesse procedere.

Sailor ha scritto:
"Amen" disse Sybille Laurraine lasciando che i gemelli la imitassero.
Ecco gli Sforza tutti riuniti... ma non gioia bensì dolore e smarrimento li accomunava in auella triste giornata di lutto.
Il ricordo della recentissima dipartita di suo fratello Giacomo era ancora vivido e la morte dello zio Augusto era come del sale su una ferita ancora aperta.

Sybille riportò i suoi pensieri nella Cappella di Roccascalegna, destandosi dai ricordi troppo dolorosi.  Prese per mano i suoi figli e prestò attenzione alla cerimonia officiata dal marito.

Amerigo ha scritto:
Amerigo aveva accompagnato sua madre e suo padre a piangere un caro estinto. La vita sembrava essersi accanita con la famiglia Sforza.  Troppi lutti, troppe lacrime. Almerigo ormai era "un giovanotto" e capiva bene cosa significasse morire.
Ciò che non capiva era perché il buon Aristotele richiamasse a sè i suoi fedeli così prematuramente.  Chiedeva al suo babbo di spiegarglielo e annuiva nell'ascoltarlo ma in realtà era ancora un ragazzino e doveva solo aver fede.
Teneva la sua mamma per mano e la imitava cercando di tenere un comportamento dignitoso e composto.


"Ameeen" disse, poi guardò suo fratello Morgan che seguiva la funzione in silenzio.

Ladykappa ha scritto:
Sedette in prima fila, con il nero avvolto sul corpo e sulla coscienza , Anna Karolina , con lo sguardo perso a fissare la bara del marito  Augusto , dopo aver ascoltato le parole del nipote ripeté Amen!
Ricordi, emozioni, esperienze, sapere, odi e amori. Tutto finisce nel nulla.
La morte aveva infranto per sempre ogni sogno del conte .
Sollevò lo sguardo a guardare Nicolò e attese che egli continuasse la funzione

Atena ha scritto:
Accompagnata dal consorte aveva raggiunto la Cappella.

Con il capo velato,di scuro vestita,aveva preso posto accanto ad Anna Karolina.

Continuava a fissare la bara mentre lo sguardo via via si inumidiva di lacrime.

Grande era il dolore per la perdita del Conte in tutti coloro che lo avevano conosciuto,straziante il pensiero del vuoto che il cuore di Anna stava sopportando.

Afferrò dolcemente la mano sinistra della donna e la strinse come a volerle dire “Sono qui”.

Amen Pronunciò con un filo di voce.

Florence_ ha scritto:
Il giorno della celebrazione di suo zio,
Florence si vestì vestita di nero, con la borsa piena di
stoffe di fazzolettini e portò con sè anche un mazzo di fiori
per lo zio. Prima della celebrazione posò i fiori nella bara,
dopodiché si sedette  nella prima fila,
vicino alla zia piena di lacrime. Aveva il volto distrutto.
Strinse la mano della zia " Amen"

Corynne ha scritto:
Giunse in quel di Roccascalegna ansiosa di rivedere sua madre...lo scalpitio degli zoccoli dei cavalli  cessò sul piazzale antistante la Cappella nobiliare degli Sforza ,Giovanni aiutò Cecilia a scendere dalla carrozza...la fanciulla raggiunse la soglia della chiesa ed entrò silenziosamente cercando con lo sguardo LadyKappa che sedeva in prima fila...la raggiunse e si sedette accanto a lei.
Guardò dolcemente sua madre...il suo sguardo appariva pallido velato di nero e i suoi occhi umidi di lacrime...:-Mamma...le sussurrò non c'erano parole per un evento così triste...si limitò a sfiorarle il viso con un dito e a prenderle la mano affinché sentisse la sua vicinanza,volse poi lo sguardo verso la bara...era lontano il tempo in cui il conte le insegnava a cavalcare il suo pony...ad un tratto i ricordi affollarono la sua mente e le lacrime rigarono il volto di Cecilia...
il silenzio come una coltre aveva avvolto la chiesa soffocando le voci dei presenti...
sommessamente Cecilia pronunciò:-Amen...

Valbe ha scritto:


Teddy e Valbe presero posto qualche fila dietro la loro amica Anna Karolina.

Potevano vedere le sue spalle ricurve.

Quante pene aveva sopportato quella donna, nella sua vita sotto certi aspetti poco fortunata. Eppure quanto aveva saputo dare a chi meritava il suo affetto.

Valbe sorrise tristemente ed avvolgendola con lo sguardo espresse col pensiero delle parole che volevano essere di conforto.

Non avresti potuto fare di più per il tuo sposo. Hai dato tutto quello che potevi, alleviando la sua sofferenza. Sii serena amica mia, con il tempo il mondo sarà nuovamente deliziato dal tuo sorriso.

Gliele avrebbe ripetute con calma, nei giorni che andavano a venire, quando più avrebbe sentito il vuoto lasciato dal suo amato.

Strinse la mano a suo marito e come si aspettava, gli trasmise la sua forza.

Amen

Le voci risposero all'unisono ed anche Valbe e Teddy, seguirono l'esempio.

Amen


Leonil ha scritto:
In compagnia della sua amata consorte, Carlo sommessamente e addolorato, si addentrò all'interno della cappella addobbata con decorazioni floreali.

Per commemorare la triste perdita del Conte Augusto, il nobiluomo aveva indossato un abito nero adeguato per quell'occasione.

Sebbene egli non avesse avuto modo di stringere una forte amicizia con il Conte, Carlo lo avevo conosciuto a sufficienza da poter sostenere che il defunto, fosse senza ombra di dubbio, un uomo di tutto rispetto.

Horione ha scritto:
Horione arrivò alla Cappella, si soffermò sulla soglia prima di entrare, un lungo respiro, quelle cerimonie le lasciavano  un senso di vuoto nell'anima,
già in quei giorni provata da altri avvenimenti.

Calò il velo a coprirsi il volto ed entrò, si sedette nella fila dietro alla cugina, con la mano le sfiorò la spalla.....

Un lieve sussurro...Amen

Xandros ha scritto:
Accompagnava la sua signora Emiliano. L'accompagnò fino al banco cercando di darle conforto. si pose in disparte per non disturbarla in quel momento in cui solo la famiglia può veramente starle vicino.   Seguì con profonda partecipazione la cerimonia condividendone e emozioni e preghiere.

Nene96 ha scritto:
Cassandra aveva raggiunto  Roccascalegna  per dare l'ultimo saluto al Conte, amato marito di zia Anna Karolina.
Vestita a lutto, con un velo sul viso, si fece forza ed entrò nella cappella.
La zia, provata e con il volto scavato, sedeva in prima fila, accanto la figlia Cecilia.
Prese posto in un angolo appartato, illuminato dalle candele... ricordava il loro ultimo incontro:  entrambi erano radiosi e felici.
Le scese una lacrima sul viso...
Si riscosse al suono delle voci e si unì nella preghiera...Amen

Lunetta_da_volterra ha scritto:
Lunetta entrò in chiesa per rendere alla salma di Augusto Arnod Sforza "Aronclau" l'ultimo saluto. Camminando lunga la navata laterale, si avvicinò alla bara e vi depose vicino un cuscino di orchidee, che aveva fatto preparare, per partecipare al lutto della vedova e della famiglia del defunto.
Dopo aver deposto il cuscino di orchidee, passò vicino al banco di Ladykappa e le fece un cenno col capo per salutarla, che lei ricambiò. Quindi si sedette al primo banco che trovò libero, e si mise a seguire la funzione, raccolta nella preghiera.
Mentre la cerimonia seguiva il suo corso, le venne in mente di quando Ladykappa le aveva presentato Augusto, e della gioia che le aveva dato sapere quella coppia tanto innamorata e le immagini della loro felicità. A quel ricordo, Lunetta non potè trattenere  lacrime di commozione, che asciugò mestamente.  La mano gelida della morte aveva separato per sempre quella coppia tanto affiatata. Il suo sguardo corse a Ladykappa e ammirò la compostezza del suo lutto.

Nanyscia ha scritto:
"Amen"

Disse Rebecca insieme agli altri. Cercò con lo sguardo gli occhi della sua dolce madrina, poco lontana da lei, ma li trovò lontani a cercare la bara del marito defunto.

Un sorriso amaro la colse quando si ritrovò a pensare a quando Kappa le aveva annunciato il suo matrimonio...Possibile che in tutto quanto ti sei dimenticata a di dirmi con CHI ti vai a sposare...!?!

Ricordava il Conte dagli anni giovanili a Chiavari... insieme avevano servito la bella città genovese come fedeli difensori. Lo aveva ritrovato profondamente cambiato anni dopo, quando la sua Kappa le aveva annunciato radiosa il loro matrimonio... chissà quali piani ha per noi l'Altissimo, pensò poi, quando decide di strapparci i nostri amati così presto...
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MessaggioTitolo: Re: I funerali di Aronclau   I funerali di Aronclau EmptyGio Giu 20, 2013 1:28 pm

Clusium ha scritto:
Clusium entrò sommesso nella cappella si avvicinò a sua cugina l' abbraccio le fece le condoglianze.si avvicinò al feretro si inginocchiò pregando. rivolse lo sguardo verso i parenti, disse amen e si accomodò nella terza fila

Erasmo ha scritto:
Erasmo assistette alla cerimonia funebre insieme a tutti gli altri amici e parenti del Conte. Rimase in silenzio a pregare e a meditare.
Rivide molti amici e e pregò per l'anima del suocero portando a tutti anche i saluti della figlia del Conte, Beatrice Isabella Arnod d'Introd, che da qualche mese aveva deciso di ritirarsi in convento.
Era una grave perdita per tutta la comunità e soprattutto per Anna Karolina, a cui Erasmo si avvicinò porgendo le condoglianze e incoraggiandola a proseguire la sua vita con il coraggio e la determinazione che l'avevano sempre contraddistinta.
Dopo di ciò depose una corona funebre accanto all'altare e ritornò al proprio posto ad aspettare la fine del rito.


I funerali di Aronclau Cuscino-per-lutto-Cuscino-funebre-Cuscino-Fiori-funerale

Evolina ha scritto:
Con il suo lungo abito nero Sophia s' avviò nella cappella. Il silenzio rigoroso e maestoso accompagnavano gli animi di tutti quelli che radunandosi lì erano arrivati da ogni parte per rendere omaggio al suo adorato zio.

Lentamente fece qualche passo in direzione dell'altare e stringendo tra le mani una corona si pose in una panca di lato.

In silenzio attese l'inizio della cerimona funebre.

Morguant ha scritto:
Alla sinistra della madre, Morgan ascoltava la cerimonia e la seguiva meccanicamente, avendo letto molto, infatti, sapeva come doveva seguirsi la cerimonia. Molti passaggi non li capiva e in parte sembgrava anche ingiusto che un Essere onnipotente lasciase che i suoi figli piangessero la morte di un loro caro. Nonostante questi dilemmi, Morgan aveva intuito che bisognava smplicemente credere, anche se a volte aveva visto l'ombra del dubbio negli occhi paterni.
Forse troppo assorto nella propria mente, perse la battta dell'amen e un po' sgomento guardò Almerigo che, girata la testa verso di lui, sembrava essersene accorto.
Allora si limitò a fare il labiale, poiché l'Altissimo avrebbe udito certamente anche il più lieve soffio da parte dei suoi figli.

Krisclaire ha scritto:
Ginevra non conosceva ne la moglie, ne il povero sposo, ma erano parenti del marito per cui parte della sua famiglia.
La Chiesa era gremita di gente, segno sicuramente del rispetto che tutti portavano per il defunto e la famiglia.
Entrambi i coniugi presero parte alla cerimonia e deposero una corona di fiori accanto al feretro.


I funerali di Aronclau Fiori-funerale_N1

Fanny81 ha scritto:
Lo aveva conosciuto a Palazzo San Giorgio, quando decise di entrare anche lui a fare parte deSuperbi Grifoni, sebbene il periodo che passò con loro non fu lunghissimo, Viola ebbe modo di conoscere quella splendida persona.
Ricordava quei momenti nel mentre camminava lentamente a capo chinato, lungo la navata della cappella.
Aveva udito voci di una sua malattia, ma mai si sarebbe aspettata che la fine per lui potesse arrivare così velocemente.
Forse in cuor suo sperava che fossero come accade spesso, delle semplici voci sbagliate.
Ed invece era li, oramai di fronte al suo feretro.
Lo salutò per l'ultima volta, poi cercò un posto in fondo alla chiesa.
Avrebbe salutato Anna Karolina e la sua famiglia alla fine della funzione.

Maagel ha scritto:
Marika era di ritorno da una passeggiata per la sua tenuta di Villalago quando un messo la bloccò
messo: “Madama! Un dispaccio per Voi!
M.: “Date!” facendo cenno per ricevere la pergamena

La donna riconobbe immediatamente il sigillo e senza perdere tempo aprì e lesse. Si sentì presa da un tuffo al cuore e rimase impietrita davanti a quelle poche parole scritte da Anna Karolina Malaspina che annunciavano la morte del marito Augusto Arnod Sforza .
Marika entrò in casa ancora molto scossa per la notizia. La donna si fece portare una pergamena e dell’inchiostro

[rp]Villalago, 6 maggio 1461

Carissima zia,
mi si spezza il cuore ad apprendere della morte del tuo sposo. Spero che il buon Aristotele possa donargli la giusta pace.
Mi spiace non riuscire ad essere li da te per stringerti e sostenerti in questa dura prova della vita. Spero che l’affetto della famiglia e degli amici ti possano aiutare ad affrontare il domani anche senza di lui. So che sei sempre stata una donna forte.
Mi stringo con affetto a te e a tutti coloro che sono al tuo fianco in questo fausto giorno. Spero presto di aver modo di venirti a trovare mia cara zia.

Con immenso affetto e infinito cordoglio

Marika[/rp]

Marika chiamò la fidata Adalgisa e, datele la missiva e delle monete, le chiese di far recapitare assieme alla missiva anche un mazzo dei più bei fiori e i più pregiati e profumati incensi per indicare meglio la via verso l’Altissimo del suo defunto zio.

Almalibre ha scritto:
Alma Bianca, come la sua mamma, era in gramaglie per la morte prematura dell'adorato zio Giacomo e dello zio Aronclau, due perdite che avevano segnato indelebilmente l'animo di entrambe.

Si avvicinò alla bara dello zio Aronclau e depose un mazzolino di pensee sulla bara stessa. Erano fiori del pensiero, per far sapere allo zio che non l'avrebbe mai dimenticato e, mentre li deponeva, ripensò allo zio malato che, pur vicino ormai alla morte, l'aveva presa sulle sue gambe ormai malandate e l'aveva colmata di coccole.

Poi tornò accanto alla madre, sempre splendida nella sua riservatezza e ammirò il padre che, seppur affranto dal dolore, officiava quella Messa con portamento estremamente nobile.

Infine recitò la sua preghiera personale all'Altissimo: "tu che tutto puoi, accogli nostro zio nel tuo Giardino e veglia sempre sulla mia Famiglia"

Qindi si unì al coro degli astanti:
Amen

Daygar_ii ha scritto:
Nicolò non si aspettava un seguito così numeroso, per quanto ne fu certamente sollevato. Aveva lasciato aperte le entrate al castello appositamente.
Nella cappella, il cappellano disse:

"Fratelli, se siamo qui, è per circondare con la nostra amicizia una famiglia che è nella pena. E' anche per ricordarci che Dio si ricorda di tutto quello che c'è stato di bene nella vita del nostro fratello e per domandargli di fargli una buona accoglienza."


Una pausa prima di aggiungere sollevando una candela:

"Ecco il segno della luce!"

In silenzio accese tutti i ceri attorno al feretro, quindi tornò dietro l'altare.

"L'amicizia è la luce del mondo è la fiamma che riscalda il nostro cuore. Che rischiara ora la strada di Augusto perché lo conduca subito al Regno di Dio! "

Un'altra pausa, quindi, sollevando una croce d'argento:

"Ecco il segno della fede!"

Quindi si portò accanto al cesto di vimini posto ai piedi della bara di legno lucido e la posò all'interno dicendo a voce chiara:

"Augusto, depositiamo questa croce aristotelica sulla tua bara.
Questa croce è il segno che collega Aristotele a Christos, che sia per te di salvezza e di vita eterna".


Rimanendo accanto al canestro di vimini disse:

"Ecco il segno dell'amicizia!

Augusto , depositiamo questi doni sulla tua bara, segno della nostra amicizia, segno della nostra preghiera, segno del nostro cuore."


Estraette quindi una bussola dorata da una tasca dellabito e la sollevò per farla vedere a tutti i presenti prima di appoggiarla nel cestino dicendo:

"Zio Augusto, ti lascio in dono questa bussola perchè indica le decisioni che hai preso nel passato, durante la tua vita terrena, tenendoti comunque all'interno della Via della Fede che conduce all'Altissimo."

Rimanendo a fianco del cesto di vimini, Nicolò invitò gli altri a lasciare propri doni:

"Adesso gli amici del defunto possono lasciare i loro dono nel canestro dell'amicizia. Il contenuto verrà distribuito ai poveri dopo la cerimonia.
Chi vuole può avvicinarsi , lasciare il proprio dono e dire alcune parole."

Ladymyha ha scritto:
Lucia era giunta in chiesa.
Aveva faticato a prendere la decisione di assistere a quella funzione, ricordare persone che ormai non erano più con loro la rattristava sempre e le riportava alla mente ricordi dolorosi.
Ma doveva essere vicino a sua cugina Kappa.
Entrò in silenzio quando ormai la celebrazione era cominciata e la cercò con lo sguardo nei primi banchi, la vide accanto alla figlia e scorse un posto vicino a Valbe e Teddy.
Si sedette vicino a loro, avrebbe voluto abbracciare la cugina o almeno stringerle la mano ma sapeva che la sua vicinanza l'avrebbe percepita lo stesso.
Ascoltò le parole che si diffondevano nella chiesa, ma il suo pensiero andava a qualche tempo fa a quando in taverna a La Spezia aveva avuto modo di conoscere il cugino Augusto.
Nonostante fosse provato dalla malattia, non dava assolutamente a vedere la sua sofferenza.
Ricordava di aver chiacchierato insieme ai parenti che li accompagnavano e che per ognuno aveva trovato parole di conforto e utili consigli.
Le fece una bellissima impressione e nello stesso tempo la rattristò il pensiero che presto li avrebbe lasciati.
Inevitabilmente la situazione le riportò alla mente i suoi cari che adesso dalla volta celeste vegliavano su di loro e il suo volto si ritrovò rigato di lacrime.
La mano di Valbina che stringeva la sua la riportò tra i presenti, si scambiarono un triste sorriso melanconico.
Aveva portato con se un fiore e lo depositò nella cesta insieme agli altri doni

Ladykappa ha scritto:
Anna Karolina si alzò con in mano il bastone di sostegno del Conte Augusto.
Guardò il nipote , poi la chiesa e disse :

Conte , vi siete distinto nell'aiutare sempre i bisognosi senza mai chiedere nulla in cambio , non siete mai indietreggiato dinnanzi a chi Vi si presentava in chiesta di aiuto.
Le Vostre missioni a favore della Vostra terra sono segnate nei racconti di essa e nella memoria di chi con Voi le ha vissute.
Perciò dono questo bastone , che esso possa servire di sostegno a chi ne avrà bisogno e che la Vostra benevolenza possa continuare tra i vivi.


Lo poggiò sul cesto e ritornò al suo posto.

Valbe ha scritto:


La Messa funebre era terminata ed ora i congiunti offrivano i loro doni in ricordo del defunto Augusto.

Lei si era portata un piccolo omaggio in ricordo dell' amico Aronclau: una pannocchia di mais.
Una pannocchia dei campi che una volta erano suoi e che molto generosamente le aveva svenduto al suo arrivo a Chiavari.

Tenendo Myha per mano e seguite da suo marito Luca, si avvicinarono alla cesta.
Attesero quindi il momento per abbracciare l'amica Anna Karolina.


Atena ha scritto:
Lucrezia si levò dalla seduta e si avvicinò al canestro dell'amicizia.
Vi depose dei panini avvolti in un tessuto bianco,annodato sulla cima.
Sospirò prima di rivolgersi ai presenti riuniti.
Volle anch'ella dire qualche parola in memoria del Conte.


Non abbiamo ahimè avuto modo di approfondire la nostra conoscenza,ma so per certo che grande uomo fosse. Un uomo d'onore,sempre pronto nell'elargire aiuto al prossimo,un uomo che ha compiuto grandi gesta,la cui memoria rimarrà impressa in ciascuno di noi.
Che l'Altissimo lo accolga al suo fianco.
Il Conte non morirà mai fino a che il ricordo di lui vivrà nei cuori di chi lo ha amato.


Tornò poi ad accomodarsi accanto ad Anna Karolina.

Helheona ha scritto:
Mentre la nipote esprimeva il suo ultimo saluto al defunto, si girò verso la fine dei banchi e fece cenno ad un suo servitore di portarsi avanti.
Lei per Augusto aveva fatto preparare un cesto di frutta, quando il nipote di lui, Nicolò aveva mostrato e spiega il gesto del canestro di vimini, Sabrina era indecisa su cosa portare, la sorella come se lo sapesse si girò verso di lei e poggiandole una mano sul braccio le sussurrò
"Pensa a quando vi siete conosciuti..."
Sabrina sorrise, mise la mano sulla sua e la ringraziò, quando Karolina tornò a girarsi, pensò al loro primo incontro, era Sindaco se non ricordava male, lui e sua moglie si erano appena trasferiti, ciò che avevano avuto in comune prima dell'amore per Karolina era stata sicuramente la loro città, motivo di conoscenza ma anche scontro spesso per loro due, così pensò a ciò che meglio rappresenta la loro città, forse sua sorella intendeva proprio quello... Così chiese alla sua dama di compagnia di recarsi al mercato con un suo servitore per comprarle un cesto di frutta.
Quando il servo arrivò a lei, ella prese il cesto ed avvicinandosi al canestro lo lasciò lì...Si fermò per un istante salutandolo in cuor suo per l'ultima volta....
E subito dopo tornando al suo posto fece cenno alla sorella con sguardo rassicurante.

Corynne ha scritto:
Cecilia incontrò lo sguardo della zia Helheona , mentre a piccoli e silenziosi passi si recava in fondo alla chiesa...aveva preparato ella stessa dei biscotti...prese il vassoio che aveva appoggiato appena entrata su una balaustra che vi era a lato dell'ingresso della cappella...si avvicinò al canestro e appoggiò il vassoio con delicatezza,volse ancora uno sguardo verso la bara e tornò a sedersi accanto a sua madre...
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MessaggioTitolo: Re: I funerali di Aronclau   I funerali di Aronclau EmptyGio Giu 20, 2013 1:29 pm

Erasmo ha scritto:
Erasmo volle anche lui dare il suo contributo alla causa per onorare il defunto e aiutare i bisognosi. Si avvicinò dunque al cestino e vi lasciò una decina di pezzi di carne sotto sale della propria macelleria. Tornò dunque al suo posto sperando che altre persone si aggiungessero a questa bella iniziativa.

Nene96 ha scritto:
Cassandra, al termine della cerimonia, si avvicinò al cesto, depose alcuni dolci che aveva preparato e si avvicinò alla zia Anna Karolina per manifestarle il proprio cordoglio.

Daygar_ii ha scritto:
Nicolò attese che tutti posassero il dono nella cesta, quindi disse:

"Adesso celebriamo il segno della memoria!"

Una pausa di silenzio, le mani giunte di fronte alla bocca, quindi proseguì con la cerimonia:

"Questa sepoltura ci ricorda molte cose.

La memoria d' un amico aristotelico che ci ha appena lasciati. Di un uomo che aveva una storia, unica, con Dio. Che era circondato dal Suo amore. Che ha fatto l' esperienza di quest'amore.
Siamo numerosi in questa cappella, attorno ad Augusto, per prendere coscienza di questo legame d' amore che l'ha sempre collegato a Dio, che collega l'Altissimo a ciascuno di noi, in ogni istante.

La morte verrà per ciascuno di noi. Per gli uni presto, per gli altri più tardi. Per gli uni nella loro gioventù, per d' altri nella loro vecchiaia. Il Signore ci avverte: " Siate pronti, siate sempre pronti poiché non sapete né il giorno né l'ora".
Aristotele ci ha guidati e Christos ci invita a prendere esempio su lui, a trovare la nostra gioia di vivere per gli altri, amare come loro ci hanno amati.
La nostra presenza qui è preghiera. Invochiamo Aristote che misuri i peccati del nostro fratello e che Christos interceda presso il Signore perché lo riceva nel suo Paradiso."


Si portò allora dietro l'altare dove era aperto il Libro delle Virtù.

"Dal libro delle virtù

Aristotele disse: “È semplice: esattamente come il matrimonio, la morte è un evento definitivo. Bisogna dunque prepararvisi con cura. Se c’è una vita dopo la morte, allora la vita che conduciamo prima della morte deve essere consacrata alla preparazione della vita dopo la morte. Esattamente come la nostra vita prima del matrimonio deve essere consacrata alla preparazione della nostra vita dopo il matrimonio.”
Epimanos rispose: “Ho capito dove vuoi arrivare. Per te la morte non è altro che un passaggio che conduce a un’altra vita?”
Aristotele concluse: “Sì, e la nostra vita presente deve essere consacrata alla preparazione di quella vita futura.”


Fece una pausa affinché le parole venissero assimilate, quindi proseguì:

"Prima di lasciare la cappella, diremo un ultimo addio al nostro fratello Augusto.
Con rispetto ed affetto, l'affidiamo a Dio nella speranza di trovarci un giorno presso Lui."


Lasciò che il silenzio calasse nuovamente poi lo ruppe:

"Ecco il momento del segno dell'addio
Con tutti coloro che ci hanno preceduti e che vivono già presso il Signore, con la processione immensa dei Santi, auguriamo un buon ultimo viaggio alle sue spoglie mortali. "


Su suo cenno, i becchini presero il feretro sigillato e lo condussero nelle cripte sotterranee, Nicolò si pose dietro di loro, e si accertò che venisse seguito e si formasse una processione.

Ladykappa ha scritto:
Pregò per l'anima di Augusto,che l'Altissimo per la sua infinita misericordia lo accogliesse nella sua gloria.
La morte non è che un passaggio ad una vita futura , parole condite di incenso , a cui Anna Karolina volle credere mossa dalla fede .
Si avvicinò al nipote Nicolò e lo seguì in quell'ultimo viaggio del Conte.

Xandros ha scritto:
Finita la cerimonia, Emiliano si Accostò alla sua signora porgendole il braccio ed accompagnandola in quell'ultimo estremo saluto.

Daygar_ii ha scritto:
Di fronte ad una singola cripta aperta, la processione si fermò.
Non c'era molto spazio, ma quello era ciò che c'era.
Nicolò si schiarì la gola e disse solennemente:

"Ora affideremo alla terra il corpo del nostro fratello in questo luogo in cui riposano già tanti defunti delle nostre famiglie. È venuto il momento di dirgli " a Dio".
E' un momento di tristezza, ma occorre che la speranza resta forte in noi. Poiché speriamo di rivedere Augusto quando Dio ci riunirà, nella gioia del Suo Regno.
Raccogliamoci pensando a tutto ciò che abbiamo vissuto con Augusto, e a quello che lui è stato per noi, a quello che è per Dio."


Calò il silenziò mentre il feretro veniva infilato nel loculo.
Quando ciò fu fatto, Nicolò prese l'aspersorio e, intintolo nell'acqua benedetta, bagnò la cassa con le goccioline sacre.

" Quest'acqua, ricordo del vostro battesimo, ci ricorda che Dio ha fatto di te suo figlio.
Che ti accoglie oggi nella sua Pace! "

Fatto questo, si voltò verso i presenti e comunicò:

"Vi ringrazio per la partecipazione ad una cerimonia così triste, comunico a tutti voi che la messa per commemorare il defunto Augusto si terrà il giorno 15 febbraio di ogni anno.
Andiamo in pace, nel nome di Dio."


Quindi lasciò che i becchini sigillassero il loculo con la lapide che era stata appositamente fatta.

Ladykappa ha scritto:
Si incamminarono in silenzio per il freddo sentiero fino ad arrivare dinnanzi alla cripta già aperta.
Si fermarono e Lady ascoltò con attenzione le parole di Nicolò .
Guardò il feretro mentre veniva infilato nel loculo .
Uno dei momenti più difficili e tristi , si ricordò delle parole del nipote recitate minuti prima.

E' un momento di tristezza, ma occorre che la speranza resta forte in noi. Poiché speriamo di rivedere Augusto quando Dio ci riunirà, nella gioia del Suo Regno.

Rimase immobile ad osservare i becchini mentre poggiavano la lapide che il nipote aveva fatto realizzare.
Poggiò il mazzo di fiori su di essa.

Si avvicinò al nipote e lo abbracciò commossa.
Lo ringraziò per la sua cortesia,quale sollecitudine atto fatto solo per semplicità di cuore di cui come lui possedeva uno spirito virtuoso.
E si offerse , quanto ella potesse , sempre prontissima a ripagare tale cortesia.

Poi si volse verso tutti i presenti e ringraziò ognuno per la propria presenza , sostegno e affetto.
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